Grande festa per il Bilancio ATAC 2023 di nuovo in positivo, ma ancora una volta i cittadini devono subire il paradosso conseguente a parametri di giudizio molto diversi tra loro.

“Efficientamento della produzione” cui fa riferimento ATAC non significa incremento del servizio ai cittadini, tutt’altro. Il servizio complessivo infatti è crollato di un ~5% in un solo anno tra 2022 e 2023, raggiungendo un minimo storico dell’82%, paragonandolo a quelli che erano gli obiettivi del Concordato (157 MLN km). Recuperare un +20% di servizio per il Giubileo 2025 è impensabile.

Per il Comune il servizio ATAC è stato invece del 98% circa, avendo richiesto un livello molto inferiore a quello del Concordato. Perché tanta differenza?

ATAC viene pagata dal Comune per il 65% dei costi del servizio, secondo quanto stabilito dal Contratto, mentre il restante 35% deve recuperarlo dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Con il Concordato ATAC si era impegnata a raggiungere un livello di servizio che, monetizzato a tariffe 2023, equivale a poco più di 600 Milioni€ di incassi dal Comune (65%) a cui è legata la quota di circa 325 Milioni€ di incassi da raggiungere con la vendita di biglietti e abbonamenti (35%). Obiettivo, quest’ultimo, non impossibile, considerato che nel 2019 gli incassi effettivi al capitolo “titoli di viaggio” avevano sfiorato i 300 MLN€ (tra ricavi diretti, rimborsi per titoli agevolati, e recupero da multe). Con la pandemia però il numero di passeggeri è crollato, mettendo in grave crisi l’Azienda, soprattutto da quando è stata decretata la fine dell’emergenza con il conseguente taglio dei sussidi straordinari.

Nel 2023 ATAC ha ricevuto dal Comune 493 MLN€ (65%) per il servizio reale svolto. Avrebbe dovuto quindi incassare almeno 265 MLN€ (35%) dalla vendita di titoli di viaggio, per recuperare il 100% dei costi. Ha incassato invece solo 215 MLN€, a cui si sommano 22,5 MLN€ di rimborsi per titoli agevolati, 5,6 MLN€ di recupero da multe, ed infine quasi 17 MLN€ di bonus “cause esogene”, per un totale di circa 260 MLN€. ATAC quindi ci ha rimesso 5 MLN€, che da qualche altra parte avrà dovuto recuperare. Se avesse fatto un servizio al 100%, le perdite sarebbero state superiori ai 60 MLN€.

La forte dipendenza del servizio ATAC dal numero di passeggeri paganti è un grosso problema. A Milano il Comune paga la sua azienda di trasporti pubblici al 100%, ed è il Comune ad incassare gli introiti dalle vendite di biglietti e abbonamenti. A Milano quindi ATM non ha rischi industriali legati all’evasione o a quanti passeggeri trasporta.

Colpisce il dato sulle multe fatte da ATAC. Confrontando il 2023 con il 2019, gli incassi da vendita dei titoli di viaggio sono diminuiti del -19%, indice di un minor numero di passeggeri (per lo meno quelli paganti), mentre gli incassi da multe sono aumentati in valore assoluto del +25% ed in valore relativo del +54%. Questo fa presupporre che siano migliorati i controlli ma anche che l’evasione sia aumentata, e che il futuro aumento del costo dei biglietti potrebbe avere effetti non prevedibili o comunque non lineari (per fare un esempio: se raddoppio i prezzi non è detto che raddoppino gli incassi).

In merito alla “riduzione dei costi”, menzionata da ATAC quale voce contributiva all’utile di Bilancio, il decremento è riconducibile essenzialmente alla riduzione dei costi energetici per -37,8 MLN€ ( gas, energia elettrica, carburanti) delle materie prime (-8,6 MLN€) e del personale (-15 MLN€)”, quindi per lo più fattori indipendenti da ATAC.

Infine, per quanto riguarda la qualità del servizio, il sondaggio periodico della Commissione Europea ancora una volta indica Roma come la capitale col peggior trasporto pubblico d’Europa, e la peggiore anche tra tutte le grandi città prese in considerazione, battuta solo da un’altra italiana: Palermo.

Anche per il 2023 quindi ATAC festeggia, i cittadini no.

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