Ci sono dei limiti che non dovrebbero essere mai superati
Comunicato Congiunto per dire no all’aumento dei biglietti nel 2025 e no al taglio delle agevolazioni
Non si specula sulle fasce più deboli
NO all’aumento dei biglietti nel 2025
NO al taglio delle agevolazioni
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Ci sono dei limiti che non dovrebbero essere mai superati.
ATAC viene ammessa al Concordato fallimentare e per evitarle il fallimento tutti i romani che pagano le tasse hanno visto evaporare mezzo miliardo di euro di debiti di ATAC con la Città.
Ogni anno il Comune, per ristorare la sua Azienda dai mancati guadagni causati da una concomitanza di eventi, versa ad ATAC milioni di euro dalle tasse dei Cittadini.
Il bilancio ATAC 2023 certifica la riduzione della produzione km/mezzi fatturati del 7,8%, la riduzione dei biglietti venduti rispetto al 2019 del 14%, la riduzione degli abbonamenti annuali dell’8,6% rispetto all’anno precedente e il Campidoglio sembra ignorare la fuga dei Cittadini da un trasporto pubblico inefficiente verso un trasporto privato che aggrava la già precaria gestione della mobilità romana.
A tutto ciò si aggiungano le ferrovie Metromare e Roma Nord, già gestione ATAC oggi Cotral, che hanno un tasso intollerabile di disservizi e di soppressioni, per cui gli Utenti dei quadranti sud e nord di Roma sono spesso impossibilitati a raggiungere i luoghi di lavoro e di studio.
Non a caso la Commissione Europea colloca Roma all’ultimo posto delle Capitali europee con la più alta percentuale di cittadini insoddisfatti del trasporto pubblico.
Tutto questo sarebbe già sufficiente per dissuadere qualsiasi amministratore dal proporre aumenti tariffari e per consigliare prudentemente di ricercare soluzioni diverse.
Invece no.
Con PNRR, Giubileo, FSC è arrivato un fiume di soldi per gli investimenti nella mobilità, il bilancio ATAC è tornato in attivo dopo 4 anni, ma il Campidoglio reclama altri 22 Milioni/anno per il nuovo contratto con ATAC, addirittura con urgenza perché dovrà partire dal 1° gennaio 2025.
Per i Cittadini è sempre più difficile arrivare a fine mese e negli ultimi giorni dal Campidoglio sono volate espressioni pesanti all’indirizzo della Regione: “State scherzando col fuoco“, “saremo costretti alla totale eliminazione delle agevolazioni” di cui usufruiscono 166mila romani, ovvero disoccupati, over 65, famiglie con reddito sotto i 15mila€, 88mila studenti under 19.
Parole agghiaccianti e sconsiderate, che colpiscono e feriscono anzitutto noi Utenti.
Soprattutto perché il Campidoglio, che reclama ulteriori soldi o dal Fondo Trasporti (gestiti da Stato e Regioni), oppure dall’aumento del prezzo dei biglietti, sa bene che si tratta di voci che sull’attuale contratto sarebbero incompatibili tra loro, perché finiscono in “contenitori” diversi. Infatti il Fondo Trasporti confluisce nel contenitore del Comune, con cui quest’ultimo paga ad ATAC il 65% del servizio effettuato (a tariffe chilometriche aggiornate ogni anno in base agli indici FOI-ISTAT, ad esempio: agosto.2023/2020= +16%, in 3 anni), i bonus “cause esogene”, la quota delle agevolazioni. Mentre gli incassi da biglietti e abbonamenti finiscono direttamente nelle casse di ATAC per coprire i costi del restante 35% del servizio. Non è chiaro quindi come mai il Comune reclami fondi indifferentemente per un contenitore (suo) o per un altro (ATAC).
Forse il nuovo Contratto di servizio vuole introdurre qualche novità? Sarebbe molto più semplice infatti un contratto in cui il Comune gestisse il 100% dei fondi: in base a questi potrebbe stimare a priori il livello di servizio conseguente, e le agevolazioni.
Ma ai più interessati, agli Utenti non è dato saperlo. Perché, mentre si decide l’aumento delle tariffe e tutti parlano con tutti, si ignorano completamente le voci di Associazioni e di Comitati che rappresentano i diretti interessati, gli Utenti che pagano.
A noi Utenti nessuno ha spiegato cosa andremo a finanziare con i nostri soldi.
Di fatto secondo il Campidoglio l’extra di fondi servirebbe a un importante aumento dei km di tram e metropolitane più che dei bus (cfr https://www.fanpage.it/roma/disastro-atac-laumento-del-biglietto-e-inevitabile-ma-i-soldi-mancano-per-colpa-di-rocca-e-meloni/).
Ma considerati i dati del 2023 un aumento del servizio appare poco verosimile, se non ricorrendo a consistenti quote di subaffido a privati. Infatti:
- Bus: dopo tutti gli annunci di centinaia di mezzi nuovi dovremmo attenderci un obiettivo di crescita del servizio ben superiore a quello dichiarato di un milione di km;
- Tram: non è convincente un aumento del servizio. ATAC ha a disposizione troppi pochi tram, di cui molti sono di fine anni ’40, mentre i 121 nuovi tram, il cui acquisto è gravato da contenzioso, verosimilmente arriveranno a 2 al mese solo a partire da fine 2025;
- Metro: tutte e 3 le linee sono interessate da attività di revisione dei treni che si protrarranno per tutto il 2025 e nel caso dei treni della linea A anche molto oltre. L’apertura della nuova tratta della linea C è slittata a metà settembre 2025. Difficile inoltre che nuovi treni arrivino prima della fine del 2025. In definitiva, è difficile aspettarsi miglioramenti nel 2025, se non per qualche punto percentuale dovuto alla fine delle chiusure anticipate alle 21.
Forse qualcuno sta raccontando storielle agli Utenti per far digerire loro l’amara verità di un servizio pubblico inefficiente e giustificare così gli aumenti tariffari?
Nel 2025 è previsto l’arrivo di 30-35 milioni di pellegrini, che porteranno sicuramente maggiori incassi ad ATAC, mentre il servizio si attesterà su livelli insufficienti ad assorbire l’enorme surplus di passeggeri. L’aumento delle tariffe graverebbe soprattutto su di loro. Bel biglietto da visita della Capitale, che intanto, con decreto del Commissario del Giubileo, si appresta a far cassa con l’aumento delle tariffe dei bus turistici fino al 200%, singolarmente per il solo anno 2025!
Le Associazioni e i Comitati che firmano questo Comunicato in rappresentanza di migliaia di Utenti dichiarano la loro completa contrarietà agli aumenti tariffari del servizio di trasporto pubblico di Roma con i quali si intende mungere gli Utenti, soprattutto turisti, senza peraltro offrire agli stessi spiegazioni convincenti sull’utilizzo degli extra fondi.
Ritengono inaccettabili e respingono con forza le minacce di eliminazione delle agevolazioni, del tutto incomprensibili a fronte di un bilancio aziendale in attivo e dell’erogazione di consistenti flussi finanziari per gli investimenti sulla mobilità.
Chiedono infine che le ragioni degli Utenti siano ascoltate e accolte attraverso l’istituzione di un regolare confronto sui temi del trasporto pubblico con l’apertura di un tavolo permanente.
In considerazione della serietà dei fatti, Associazioni e Comitati sono pronti alla mobilitazione degli Utenti e a manifestare in difesa dei propri diritti.
Perché TUTraP-APS dice no all’aumento del costo dei biglietti ATAC
Comunicato
Facciamo innanzitutto un po’ di chiarezza sulle notizie in circolazione in merito all’aumento del costo dei biglietti.
La necessità, secondo il Comune di Roma, è quella di trovare risorse aggiuntive pari a circa 22 milioni€/anno per poter chiudere il Piano economico finanziario e stipulare il contratto di servizio tra Comune ed ATAC. Sempre secondo il Campidoglio, ci sono solo due strade possibili: aumentare il prezzo dei biglietti, oppure ricevere più soldi dal Governo con aumento della quota del Fondo nazionale trasporti.
Queste due vie non sono minimamente compatibili tra loro. Non sappiamo come sarà il futuro Contratto, ma quello attuale prevede 2 “contenitori” distinti tra loro, per pagare il 100% del servizio svolto da ATAC:
- un primo contenitore riempito esclusivamente con fondi pubblici, con il quale il Comune paga ad ATAC il 65% dei costi del servizio svolto, in base ai km effettuati moltiplicati per dei corrispettivi chilometrici. Questo contenitore viene aggiornato ogni anno in base all’indice FOI dalle tabelle ISTAT.
- un secondo “contenitore” che vale il 35% dei costi e che ATAC deve riempire con i proventi dalla vendita di biglietti e abbonamenti. (NB: TUTraP-APS si è già espressa nel merito. Come avviene a Milano dove è il Comune a incassare i ricavi dalla vendita di biglietti e abbonamenti, ATAC dovrebbe essere pagata al 100% dal Comune, cfr https://www.tutrap.it/per-atac-serve-un-nuovo-contratto-come-quello-dellatm-di-milano-2).
Secondo una stima fatta nel 2018 dall’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma (ACoS), gli evasori a bordo dei mezzi pubblici (ovvero i passeggeri senza biglietto) sarebbero intorno al 35%, con un danno economico di circa 90 Milioni€/anno per ATAC. Recuperare almeno in parte l’evasione sarebbe quindi prioritario, rispetto a vessare i soliti onesti paganti.
Facendo un rapido calcolo a spanne sul mero aumento delle tariffe in maniera lineare, considerando i dati ufficiali a Bilancio 2023 solo zona A (tariffe nel Comune di Roma), risulterebbe per ATAC un extra-incasso superiore ai 35 Milioni€. Se poi consideriamo che nel 2025, anno del Giubileo, ci sarà un enorme afflusso di turisti, gli extra-incassi per ATAC saranno molto superiori.
Di base comunque si parla di almeno un +25%. ATAC di contro non sarà in grado di fornire un servizio del +25%, in linea con i maggiori incassi. Negli ultimi anni infatti il servizio è andato progressivamente peggiorando, e nel 2023 si è attestato intorno all’82% rispetto agli obiettivi ultimi del Concordato. Ci sono poi criticità diffuse sull’accessibilità delle stazioni Metro, dovute a scale mobili e ascensori fermi
L’aumento dei prezzi non trova quindi giustificazioni, per lo meno fino a tutto il 2025.
Sarebbe anzi un brutto segnale dal punto di vista dell’immagine internazionale, far nascere il sospetto che Roma abbia l’intenzione di sfruttare la presenza dei pellegrini per fare cassa (anche) sul trasporto pubblico.
L’aumento inoltre non è in linea con la politica di incentivazione dell’uso dei mezzi pubblici, in quanto spingerebbe ulteriormente la fascia critica dei piccoli spostamenti all’uso del mezzo privato. Il 2025, tra l’altro, sarà un anno in cui tutto il sistema mobilità sarà messo sotto forte pressione, e anche solo per una mera opportunità il discorso “aumenti” potrà essere ridiscusso a partire dal 2026, se ATAC sarà nelle condizioni di garantire un effettivo miglioramento del servizio.
Con tali premesse TUTraP-APS è fortemente contraria all’annunciato aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale di Roma Capitale certamente per il 2025. TUTraP-APS ritiene che programmare un aumento nel 2024 non solo sia ingiustificato alla luce delle illustrate ragioni finanziarie e di criticità del servizio, ma penalizza in modo sconsiderato i contribuenti e gli Utenti, siano essi residenti che turisti, in particolare offrendo nel 2025 la triste immagine di una Città che specula sul turismo religioso. Ai turisti religiosi del Giubileo 2025 la Città non dovrebbe riservare aumenti per far cassa, ma semmai offrire come dono di benvenuto la gratuità completa del trasporto pubblico. Inoltre TUTraP-APS dichiara tutta la propria irritazione per il fatto che in una occasione così importante nessuna Amministrazione abbia avvertito la necessità di consultare, tra gli altri, i Comitati e le Associazioni che da anni rappresentano importanti fette di Utenti del trasporto pubblico come, per esempio, i pendolari. Anche in questo caso la disattenzione sorda delle Amministrazioni alla voce di chi quotidianamente utilizza il trasporto pubblico locale dimostra che il vero scopo delle loro azioni non è offrire un “servizio pubblico” ma soddisfare altre esigenze, vuoi politiche, vuoi sindacali, vuoi aziendali. |
TUTraP-APS non ignora le necessità finanziarie del trasporto pubblico romano. Se e quando si rendesse necessario aumentare il costo delle tariffe, TUTraP-APS si dichiara pronta a proporre e valutare l’adozione di alcune misure mitigative, come per esempio:
- prolungamento della validità di tutti i titoli di viaggio; occorre ricordare sempre che per varie ragioni i tempi di attesa e di trasporto si sono dilatati, tanto che in alcuni casi il biglietto di 100 minuti risulta insufficiente a coprire l’intera durata del viaggio;
- viaggi illimitati in metropolitana nell’ambito della validità temporale del BIT;
- taglio progressivo del costo degli abbonamenti in caso di più abbonamenti nello stesso nucleo familiare;
- decisa riduzione del costo dell’abbonamento annuale al fine di incentivare l’utilizzo e quindi la fidelizzazione al trasporto pubblico.
TUTraP-APS, come sempre, si dichiara aperta ad ogni forma di collaborazione per il miglioramento del servizio pubblico e per la tutela degli Utenti che rappresenta. A tal proposito TUTraP-APS sollecita le Amministrazioni a predisporre un tavolo di consultazione con Comitati e Associazioni al quale fin d’ora si rende disponibile a partecipare per esporre le proprie argomentazioni.
Un’Azienda pubblica contro gli Utenti: TUTraP-APS risponde ad ATAC
L’Associazione respinge l’aggressività di ATAC nei confronti degli Utenti che hanno lamentato una condizione di sofferenza a bordo dei mezzi pubblici
Con un comunicato del suo Ufficio Stampa datato 14 agosto 2024, ATAC ha informato di aver agito legalmente nei confronti di TUTraP-APS per alcune notizie diffuse da diversi quotidiani e social media il 13 e 14 agosto circa il Report pubblicato dall’Associazione riguardo al comfort sui mezzi pubblici.
Premesso che il Report era stato messo a disposizione dell’Azienda fin dall’11 agosto e che l’Associazione aveva avanzato alcune proposte concrete per il miglioramento delle condizioni lamentate dagli Utenti senza ricevere riscontro, il Presidente Quinzi ha rilasciato la seguente dichiarazione.
“Resto interdetto per la reazione di inusitata e sproporzionata aggressività che un’Azienda a partecipazione pubblica ha riservato nei confronti degli Utenti che hanno lamentato una condizione di sofferenza a bordo dei mezzi pubblici.
Non era mai accaduto nella Capitale italiana che un’Azienda pubblica, dopo aver ignorato per mesi segnalazioni e lamentele degli Utenti relative ai suoi mezzi pervenute tramite il suo sistema informativo, invece di preoccuparsi di risolvere i problemi denunciati denunciasse l’Associazione che li denuncia. Peraltro né ATAC né Roma Servizi Mobilità (RSM) possono dire di essere all’oscuro della situazione. Infatti le uniche segnalazioni prese in carico dal sistema informativo di ATAC sono state quelle che sistematicamente hanno rimandato ad altri Gestori, informando RSM.
La nostra è un’Associazione seria, fatta da persone serie e competenti; per questo NOI non abbiamo ignorato le lamentele e abbiamo preso sul serio le segnalazioni che provenivano tanto dagli Utenti quanto da notizie di stampa. In particolare l’articolo de Il Tempo «Roma, viaggio nell’inferno dei bus. Temperature da collasso» (19/07/2024) parlava esplicitamente di «situazione critica» e di «valori impossibili da sostenere» a bordo dei mezzi di superficie, mentre si sorprendeva che «sui bus della capitale faccia così caldo nonostante l’impianto di condizionamento sia acceso e funzionante». Per inciso: non risulta che l’Azienda abbia mai contestato l’articolo. Perciò abbiamo voluto verificare se quello che era stato segnalato fosse o meno rispondente alla realtà.
Il pretestuoso attacco riservato al Report dimostra solo le difficoltà in cui si trova l’Azienda nei confronti del lavoro degli Utenti. Se infatti ATAC avesse fatto lei a tempo debito e in modo ragionato il lavoro svolto dai giornalisti e dai Volontari, rilevando temperature e umidità a bordo dei mezzi da lei gestiti, avrebbe oggi da contrapporre dati reali alle criticità rilevate dall’Associazione. Invece si limita a snocciolare numeri che nulla hanno a che vedere con le conclusioni cui giunge il Report e a vuote enunciazioni che non cambiano la realtà dei fatti. Anche con il ricorso ad argomenti, come quello dei tassi di incidentalità e degli infortuni, del tutto estranei al tema del Report.
Trovo quindi ancor più irricevibile l’affermazione secondo cui il Report sarebbe «uno studio, il cui rigore scientifico e correttezza dei risultati è assai discutibile». Mettere in dubbio il frutto del lavoro dei Volontari e la review di stimati professionisti, senza offrire nessuna evidenza di quanto affermato, anzi contro tutti i dati di fatto, impegna l’Azienda ad assumersi le proprie responsabilità nelle sedi che saranno ritenute opportune dagli interessati.
Peraltro sembra che il comunicato di ATAC ignori volutamente il contenuto del Report che in numerose occasioni ha messo in evidenza le migliori performance dei mezzi ATAC rispetto ad altri Gestori; che ha evidenziato gli sforzi di miglioramento dei Gestori con l’attesa di nuovi veicoli e i tempi inevitabili per l’ammodernamento della flotta; che ha chiaramente individuato alcuni fattori incidenti sul microclima a bordo dei mezzi, quale è l’apertura ripetuta delle porte. Quest’ultima menzionata nel comunicato di ATAC, è, tra le altre, la «circostanza che – sempre secondo ATAC – rende impossibile una stabile climatizzazione a bordo»; si tratta dunque di una implicita conferma della bontà delle conclusioni del Report, il quale ha correttamente evidenziato su alcune vetture persino di più recente costruzione, in pieno accordo con le conclusioni dell’articolo de Il Tempo, l’insufficienza del condizionamento. E comunque non si può non stigmatizzare la reazione scomposta, del tutto inappropriata e per nulla empatica del comunicato di ATAC a fronte di una condizione che nelle mutate estreme condizioni climatiche può creare seri problemi alla salute degli Utenti e dei lavoratori del trasporto pubblico.
Sorprende, in proposito, il silenzio ferragostano delle Organizzazioni Sindacali. Mentre l’Associazione ha il compito di tutelare gli Utenti, non può dimenticare che i lavoratori a bordo dei mezzi soffrono gli stessi problemi, nel caso non siano previste per loro le mitigazioni richieste dalla legge per i lavoratori. L’autista che ha dovuto fermare il mezzo per rinfrescarsi ad una fontana di acqua o il conducente del tram che ha fatto scendere tutti i passeggeri per l’eccesso di calore a bordo potrebbero ricevere senz’altro maggiore attenzione dalle Sigle che intendono tutelarli anche seguendo le segnalazioni degli Utenti.
Poiché ritengo la questione della tutela della salute degli Utenti compito imprescindibile dell’Associazione, invito ATAC e tutti i Gestori che lo desiderino a verificare congiuntamente con l’Associazione le condizioni di comfort a bordo dei mezzi più nuovi e più vecchi, con una o più rilevazioni di temperatura e umidità nella fascia oraria più critica 12:00-14:00 in una data da concordare, facendo scegliere le linee da monitorare a cura di un team di giornalisti indicati in maniera paritetica”.
Il Presidente Quinzi, in conclusione, perdurando la mancanza di appropriate indicazioni da parte dei Gestori relative all’argomento, ha rinnovato agli Utenti del trasporto pubblico l’invito a seguire le informazioni presenti nel Report e le istruzioni fornite qualora si presentassero i sintomi del colpo di calore a bordo dei mezzi.
In caso di malore a bordo dei mezzi pubblici a causa dell’elevata temperatura, il Presidente ha invitato Soci, Iscritti e Utenti che intendessero avvalersi della tutela dell’Associazione a far fermare il mezzo, a richiedere l’intervento del 118, a farsi refertare in un pronto soccorso e quindi a contattare l’Associazione.
Nel pdf si allegano gli screenshot delle segnalazioni effettuate su X-Twitter da alcuni Utenti.