Cosa vuol dire che una fermata del bus è pericolosa e come renderla più sicura per gli Utenti

Le segnalazioni giunte in occasione della nostra iniziativa FermateSfigate dimostrano l’urgenza di mettere mano alla sicurezza in strada degli Utenti del Trasporto Pubblico.

Ancora oggi ricordiamo la triste vicenda di Sebastiano Schillaci, un Utente che è stato investito da un automobilista mentre attendeva l’arrivo del bus ed è morto.

Tra le migliaia di fermate dei mezzi pubblici romani solo una minoranza si possono definire sicure per gli Utenti del Trasporto Pubblico, in quanto prive del tutto di elementi di pericolo o almeno di quegli elementi che presentano profili di maggiore rischio.

Pericolo e rischio non sono sinonimi. L’art. 2, comma 1, lett. r) e s) del D.Lgs. 81/2008 nel contesto della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro li differenzia in modo netto:

  • pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni;
  • rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.

Elementi di pericolo

Gli elementi che possono caratterizzare i pericoli di una fermata, cioè gli elementi che hanno il potenziale di causare danni, sono molteplici e ben determinati. Ne diamo conto in ordine decrescente di importanza:

  1. assenza di spazi idonei a delimitare la fermata isolandola dal traffico veicolare
  2. costrizione degli Utenti ad attendere sullo stesso piano del traffico veicolare
  3. deficit di accessibilità per Utenti fragili e vulnerabili
  4. impossibilità di salire a bordo del mezzo senza scendere dal marciapiede
  5. formazione di spazio tra marciapiede e livello di salita a bordo del mezzo sufficiente per permettere il passaggio di altri veicoli (autoveicoli, motoveicoli, velocipedi)
  6. assenza o deficit di visibilità dei veicoli in arrivo a causa della morfologia della strada (p.e. curve, incroci), della presenza di veicoli parcheggiati anche regolarmente, di ostacoli fissi (p.e. alberi, pannelli pubblicitari, dehors, ecc.) e mobili (p.e. elementi espositivi di commercianti, ecc.)
  7. deficit di visibilità della fermata da parte dei veicoli in transito, inclusa deteriorata, scarsa o nulla segnaletica idonea a indicare la fermata
  8. deficit di comfort in attesa (p.e. assenza di ripari, assenza di sedute, ecc.)

Tutti questi elementi concorrono a qualificare una fermata come pericolosa per l’attesa dei mezzi di trasporto pubblico e per la salita e la discesa degli Utenti dai mezzi di trasporto pubblico. Anche se in grado diverso, ciascuno di loro preso isolatamente può determinare il rischio di un evento avverso.

Eventi avversi

Per quanto riguarda gli eventi avversi alle fermate dei bus si possono classificare in tre grandi categorie:

  1. eventi causati dal disagio dell’attesa (p.e. svenimento, disidratazione, ecc.)
  2. eventi causati dalle condizioni non ottimali di salita e di discesa dal mezzo (p.e. cadute, distorsioni, ecc.)
  3. eventi causati dal comportamento di altri utenti della strada (p.e. ferimento da parte di conducenti di veicoli)

La fermata dove è morto Sebastiano è pericolosa

La fermata dove Sebastiano si trovava in attesa si può definire pericolosa sulla scorta della valutazione degli elementi di pericolo.

Fonte: Google Street View

La fermata infatti è seminascosta dagli alberi e dai veicoli parcheggiati, tra i quali si nota la presenza di almeno due stalli per disabili.

La fermata inoltre non consente visibilità ottimale dei veicoli in arrivo, costringendo gli Utenti a scendere dal marciapiede sia per verificare il passaggio dei bus sia per salire a bordo dei mezzi che si fermano ad una certa distanza dal marciapiedi stesso.

La fermata infine non presenta adeguata accessibilità per gli Utenti più fragili né adeguati accorgimenti per il comfort degli Utenti in attesa.

L’evento avverso della morte di Sebastiano a causa del comportamento di un automobilista non era un fatto del tutto imprevedibile per quel genere di fermata.

Mitigazione del rischio

È ragionevole pensare che nessuna misura può annullare del tutto i pericoli connessi alla vita quotidiana.

Tuttavia per fermate come quella dove è stato investito Sebastiano si può conseguire una notevole mitigazione del rischio adottando misure che altrove, come in via Bernardino Ramazzini (palina 74653), hanno dimostrato una certa efficacia.

Palina 74653 a viale Bernardino Ramazzini: come appare la fermata al conducente del veicolo in arrivo.
Evidenziata in giallo l’area di nuova costruzione per l’attesa dei mezzi in arrivo da parte degli Utenti.

Nello specifico è stata realizzata una penisola aggettante e sporgente in modo che da una parte è stata creata una strettoia che rallenta le auto e scoraggia la curva da rally con il vicino incrocio; dall’altra si è garantita opportuna visibilità del mezzo in arrivo e della fermata stessa nonché adeguata accessibilità in sicurezza al piano marciapiede e al mezzo.

Palina 74653 a viale Bernardino Ramazzini: come appare la strada con i veicoli in sosta e in arrivo agli Utenti in attesa.
Evidenziata in giallo l’area di nuova costruzione per l’attesa dei mezzi in arrivo da parte degli Utenti.
Si osservi che la pista ciclabile è stata realizzata con una sopraelevazione in modo da portarla allo stesso livello del marciapiede;
l’inclinazione funge anche da rampa di accesso per Utenti con carrozzina.
In assenza della penisola la pista ciclabile si sarebbe trovata tra gli Utenti in attesa e il mezzo in arrivo
e l’accesso degli Utenti più fragili non sarebbe stato agevole.

Non da ultimo si deve ripensare l’attesa alla fermata in modo da renderla più salubre; considerato che i tempi medi di attesa tendono a dilatarsi sempre più, occorre renderli meno gravosi con opportuni ripari e sedute comode adatte anche a persone anziane. Nel caso della fermata di via Ramazzini è facile notare che la presenza di alberi con la loro ombra può alleviare il disagio estivo, ma gli stessi nulla possono contro il disagio invernale del freddo e della pioggia, anzi per certi aspetti tendono a rafforzarlo.

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