Articolo pubblicato anche su diarioromano.it
Calano i passeggeri che convalidano i biglietti o gli abbonamenti e i treni, sempre più vecchi, non riescono a garantire il servizio. Breve storia di una ferrovia indispensabile
La prima cosa che ci si domanda è: serve veramente questa ferrovia, viene realmente utilizzata? Gli utenti di Roma Nord lo sanno benissimo, è indispensabile; i pendolari a nord della Capitale fino a Civita Castellana e poi Viterbo la considerano un mezzo indispensabile, senza traffico stradale il treno impiega decisamente meno dell’auto.
Da Civita Castellana a Viterbo serve la ferrovia? Com’è che i convogli sono quasi sempre vuoti?
La risposta è semplice, molte corse del Cotral partono insieme al treno. Da Viterbo ben due corriere partono contemporaneamente intorno alle ore 13 zeppe di studenti per raggiungere Soriano nel Cimino. I continui cambi di orario, le infinite improvvise soppressioni di treni, bus che inaspettatamente sostituiscono i treni, sono una delle cause principali per le quali i viterbesi e gli abitanti della Tuscia odiano questa ferrovia.
Molti credono che questa ferrovia sia stata creata per collegare Viterbo con Roma, impiegando ai tempi nostri 2 ore e trentasette minuti. Ma non sanno che il collegamento diretto Roma Viterbo già esisteva con la ferrovia Roma Capranica Viterbo. La ferrovia Roma nord fu creata per collegare il maggior numero di paesi della Tuscia attraversando un bacino di utenza di gran lunga superiore alla consorella Roma Capranica Viterbo. Inoltre, qualcuno paragona questa ferrovia ad una mulattiera a rotaie, eppure quando la neve cade sui monti Cimini, l’unico vero collegamento che funziona è questo treno. Non si considera che il collegamento Civita Castellana Viterbo è molto più veloce con il treno che con la corriera ed a volte anche dell’auto che certamente non tocca tutti i paesi attraversati dalla ferrovia.
Nel 1997 la stampa comunicava che presto la linea sarebbe stata trasformata in metropolitana di superficie con frequenze dei convogli di sei/otto minuti, nelle ore di punta fino a tre minuti. Si parlava di un progetto esecutivo già finanziato con 35 milioni di euro che avrebbe consentito il raddoppio dei binari fino a Riano.
Nel 2006 le rimostranze dei pendolari cominciavano ad aumentare per la soppressione delle corse che si ripetevano da mesi.
Nel 2007, allora come oggi, un giorno detto il giovedì nero, furono soppressi trenta treni. A luglio del 2007, il giorno 17 la ferrovia Roma Viterbo rimaneva bloccata per oltre un’ora per un guasto alla linea aerea. Quello che succedeva allora si ripete anche oggi con maggiore frequenza e maggiore gravità. Poi l’aumento demografico dei paesi a nord di Roma ed infine, nel 2010 i fondi europei, 320 milioni di euro (Por 2007-2013) venivano messi a disposizione della Regione per il raddoppio del binario della ferrovia Roma Civita Castellana Viterbo. Fu la Polverini (all’epoca Presidente della Regione Lazio) a bloccare il bando non facendo partire i cantieri.
Si potrebbe continuare all’infinito con queste storie assurde, come quando fu detto che c’erano dei soldi in un cassetto e non erano ancora stati utilizzati per la ferrovia. Altre responsabilità sono da addebitare ai sindaci dei vari paesi posti lungo la ferrovia che hanno permesso e rilasciato licenze per edificare immobili a pochi metri dai binari con la conseguente trasformazione di mulattiere in strade.
Una personale riflessione, nella mia qualità di componente del Comitato Pendolari Roma Nord, su quello che sta accadendo sulla nostra linea, tanto bella e utile quanto martoriata da una politica assente da decenni, da una Regione Lazio che non ha mai preso decisioni su come migliorarla a parte sciorinare numeri e date senza senso su ammodernamenti, lavori, raddoppi mai visti e predisposizioni di non si sa che cosa. Ogni volta un problema, quando questo servizio, con quello che paghiamo due o tre volte (con tasse, biglietti, abbonamenti, pubblicità, contratto di servizio) dovremmo avere i treni ogni 10 minuti, puliti ed efficienti dentro e fuori. Stazioni con wifi, bagni funzionanti, biglietterie a 10 sportelli APERTI, tornelli attivi, barriere architettoniche azzerate. E invece abbiamo servizi da quarto mondo, gestiti da “impreparati” a tutti i livelli. E l’ultima ruota del carro è il povero pendolare pagante, che subisce TUTTO: disservizi, scioperi, ritardi, soppressioni e scherno generale. Aggiungo una ultima amarissima considerazione sul momento attuale e sul subentro di Cotral e Astral nella fallimentare iniziale gestione che prima era di Atac. Tante promesse iniziali, la Regione Lazio a supporto (e a copertura aggiungiamo) per veicolare informazioni deleterie, con comunicazioni agli utenti inefficaci, spesso errate…da “impreparati” a tutto.
Eppure ci sono dirigenti a gestire ma se gli dici di venire in stazione a parlare con i pendolari inferociti dagli ennesimi ritardi allora spariscono e resta il macchinista a prendersi insulti e (purtroppo a volte pure le botte) quando dovrebbe esserci un suo superiore li, come chiediamo da anni, a rispondere alle critiche sul servizio.
Cotral ha diminuito le corse extraurbane “ammazzando” di fatto la tratta da Sacrofano a Viterbo, inserendo corse bus sostitutive (quando si ricorda di pianificarle e predisporle) diminuendo di fatto l’offerta, perchè sappiamo tutti che UN TRENO non lo sostituisci con UN BUS! E questo porta a una diminuzione continua della domanda come un cane che si morde la coda, dando anche il via libera a ulteriori soppressioni e diminuzione di offerta ferroviaria: tanto ci sta il bus sostitutivo! E stiamo tutti sulla Flaminia su bus o auto propria, una bella idea di mobilità ecosostenibile come a parole vogliono tutti, a partire dal comune di Roma e la sua oscena proposta di ZTL.
Quindi diminuisce l’offerta ferroviaria che si porta appresso una diminuzione della domanda, tolgono altri treni e sopprimono stazioni. Le famiglie devono rinunciare a occasioni di studio e di lavoro verso la capitale (distante qualche decina di km.) per i propri figli poichè il posto dove vivono non ha un collegamento ferroviario stabile. Abbiamo internet in tutte le case, ma siamo isolati sempre di più. Che sia un “disegno” voluto da qualcuno tutto questo disagio negli spostamenti nei comuni a nord di Roma? Il forte dubbio sorge e cresce e aspettiamo di vedere cosa ha combinato la regione con le UDR (unità di rete) che sostituiranno tutto il tpl locale tra i paesi nel corso del 2025.
Quello che viene recriminato ai sindaci del viterbese dei paesi toccati dalla ferrovia, é il loro totale disinteresse per un bene che appartiene a tutta la comunità. Non considerano che senza ferrovia avranno un collegamento in meno, quindi meno turismo, meno benessere.
A supporto parlano i numeri di coloro che sono rimasti ad utilizzare questa ferrovia: nel 2023, dati ufficiali di ATAC che gestisce la tornelleria delle stazioni, la tratta urbana registra il 40% in meno di utenti che hanno convalidato l’accesso rispetto al 2019 (con 4.136.543 utenti paganti anno) ed il 5% in meno rispetto al 2022; la tratta extraurbana ha registrato il 90,6% in meno sempre rispetto al 2019 (con soli 23.151 utenti paganti anno) ed il 59,8% in meno rispetto al 2022. Per gli amanti dei numeri di seguito la fotografia di quanto successo in questi ultimi 5 anni: