Passi falsi, passi indietro, passi di lato… ormai da un anno il pomo della discordia è stato lanciato. Rimpalli tra Comune, Regione, ARPA.. un marasma che lascia i cittadini confusi ma non indifferenti, perché qui il problema è serio. Si parla di salute, di diritto alla mobilità, di qualità della vita, e purtroppo le tre cose non sempre vanno d’accordo insieme. Ci sono certamente delle priorità, che vanno calibrate.

A Roma c’è la pesante eredità di un lungo passato di totale inerzia, dove si è pianificato al più il modo per non prendere le sanzioni europee, fare qualche provvedimento di facciata, ma nulla di concreto.

Partiamo dal punto ritenuto debole del discorso: la collocazione delle centraline ARPA. Sono in numero sufficiente? Sono collocate nei posti più idonei? Non sta a noi stabilirlo ma agli esperti, e il nostro auspicio è che a Comune e Regione stia a cuore in primis la salute dei cittadini. Rilevare correttamente il tasso di inquinamento ed il tipo di inquinanti serve a stabilire le misure idonee a contenerli. Scuse da Comune o Regione su questo punto sono irricevibili, se pensano che in passato non si sia agito al meglio, devono urgentemente rimediare. La salute è un bene primario irrinunciabile.

Dai dati oggettivi riscontrati risulta comunque che la qualità dell’aria a Roma è andata migliorando nel corso degli anni. Se vogliamo raggiungere traguardi più stringenti, bisogna cominciare a non fare eccezioni, ad esempio ai bus Diesel Euro3 di ATAC che sono a tutt’oggi in circolazione (oltre una 50ina). Nessuna eccezione alla sosta selvaggia e agli eccessi di velocità, pericolosi pure per la vita dei pedoni e dei ciclisti. Ed un posto dove andrebbe sicuramente aggiunto un punto di rilevamento della qualità dell’aria è sotto le Metropolitane. Perché il Comune ha puntato il dito solo contro le vecchie auto (che in realtà, probabilmente circolano poco e per brevi tragitti), mentre lo sguardo va messo su tutto il sistema.

(mappa della ZTL Fascia Verde realizzata con il contributo di @Pippopotam0)

Proseguiamo proprio con il trasporto pubblico. Dai dati oggettivi riportati nei Bilanci, e rielaborati per tener conto (ma solo in parte) del servizio effettivamente reso ai cittadini, abbiamo considerato le vetture “equivalenti”, perché ovviamente un minibus elettrico a capienza ridottissima o un tram da 240 posti non possono essere ritenuti identici tra loro o ad un normale bus da 100 posti. Il grafico qui sotto comprende tutti i servizi: bus, tram, filobus e metroferro. Come si può facilmente vedere, il servizio è ai minimi storici, e nel 2023 sta andando ancora peggio, senza molte speranze di ripresa se non per il Giubileo 2025.

Più in dettaglio, il servizio bus sopravvive grazie all’apporto dei privati in subaffido, le Metro hanno iniziato già dal 2022 un declino che durerà purtroppo per molto tempo, mentre il trasporto più critico, quello delle ferrovie RomaLido e RomaViterbo, ha subito un repentino e pesante crollo, per il quale occorreranno molti anni ed investimenti su tutta l’infrastruttura e sui treni per tornare agli antichi splendori. Proprio le persone che vengono fuori dal GRA sono quindi le più penalizzate e quelle che, in assenza di adeguati mezzi pubblici di spostamento, devono ricorrere al mezzo privato, se le tasche o il luogo di lavoro glielo permettono.

Dal punto di vista della qualità del servizio va certamente ricordata l’aberrante situazione delle stazioni Metro: buie, sporche, con le pareti incrostate di muffa e muschio, con acqua che piove e scorre dalle pareti anche quando fuori c’è il sole, e soprattutto troppo spesso inaccessibili alle persone a ridotta mobilità a causa di ascensori, montascale, scale mobili guasti o fermi per mancanza personale o per le varie e lunghissime “burocrazie” manutentive.

Un altro pesantissimo problema è l’infomobilità di scarsa qualità, dalle app che non visualizzano correttamente i bus, ai display interni dei treni Metro sbagliati, alle paline di fermata non aggiornate, ai tanti bus non monitorati col GPS, per finire alla miriade di gestori tra cui il cittadino si deve districare, senza avere un unico punto di riferimento.

Il servizio bus e tram inoltre è pesantemente soggetto alle condizioni del traffico veicolare privato, non disponendo di una valida rete di preferenziali protette e sorvegliate da telecamere.

C’è inoltre una forte carenza di posti auto nei Parcheggi di scambio, rendendo quindi meno attrattiva l’intermodalità, per non parlare dell’enorme difficoltà di portarsi una bici al seguito sui mezzi pubblici.

Nel frattempo chi può passa al mezzo privato: gli impietosi dati ISTAT certificano un clamoroso crollo del -40% di spostamenti con il trasporto pubblico in soli 8 anni: dai 1.464 Milioni del 2011 agli 880 Milioni nel 2019 dichiarati da ATAC, in linea con la diminuzione del servizio.

Già da anni è tornata la corsa all’acquisto dell’auto; sono più che evidenti i numeri nel 2022 (grafico sotto) cresciuti ulteriormente nel 2023. A chi/cosa serve dunque l’attuale ZTL FasciaVerde?

Roma resterà un inferno di gomme, lamiere e gas di scarico, dove la mobilità “dolce”, inclusi i pedoni, ogni giorno continuerà a giocarsi un ritaglio di giornale in fondo alla cronaca nera. Verranno accentuate le disuguaglianze sociali e un po’ per tutti peggiorerà ulteriormente la qualità della vita.

L’attuale provvedimento sulla Fascia Verde va totalmente annullato. Va definita prima di tutto una linea chiara e decisa di azioni e investimenti per far spostare il baricentro dall’auto privata verso i mezzi pubblici. Va superata la pressoché totale disattenzione del Comune alle esigenze segnalate con sempre più forza dai cittadini (sarebbe interessante verificare, da questo punto di vista, il moltiplicarsi di Associazioni e Comitati formati da cittadini insoddisfatti delle mancate risposte). Le fasce più deboli e meno abbienti vanno aiutate e non schiacciate. Vanno individuati provvedimenti a livello di sistema globale per migliorare la qualità dell’aria, che comprenda i vecchi riscaldamenti, dehors (in particolare i funghi a gas che emettono inquinanti quanto un camion), le emissioni delle grosse cucine della ristorazione e di particolari attività commerciali, etc..

L’intero sistema mobilità di Roma è in una situazione insostenibile e ormai al collasso, anche a causa dei tantissimi cantieri aperti per il Giubileo 2025.

In una situazione così emergenziale togliere delle libertà a dei cittadini senza controbilanciare con adeguate alternative è estremamente controproducente se non vessatorio.

Il Comune deve piuttosto lavorare molto per portare il trasporto pubblico a livelli accettabili sia in termini quantitativi che qualitativi, e riconquistare fiducia e dialogo con i cittadini.

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